Largamente utilizzati negli USA, i compattatori domestici stanno trovando un certo successo anche in Italia.
In commercio sono presenti diverse tipologie di compattatori domestici, per cui non sempre è semplice scegliere la soluzione più idonea per le proprie esigenze.
Scopriamo quali caratteristiche del compattatore devono essere prese in considerazione per scegliere il modello più adatto.
Cosa tratteremo
Che cos’è un compattatore domestico e quali sono i vantaggi
Il compattatore domestico di rifiuti è un dispositivo da posizionare all’interno dell’ambiente domestico, o magari anche nel giardino, capace di compattare i rifiuti. Si tratta di un importante aiuto nella gestione della raccolta differenziata, giacché in grado di ridurre i volumi che si sono accumulati in casa. Una soluzione indispensabile per quanti non godono di ampi spazi all’interno della propria casa oppure di una zona esterna dove posizionare i rifiuti in attesa di consegnarli.
Sono presenti tante tipologie di compattatori domestici che si differenziano non solo per le tecnologie, ma anche e soprattutto per l’utilizzo. Per ogni genere di rifiuto, infatti, esiste un compattatore in grado di minimizzare l’ingombro volumetrico. Ad esempio, si può acquistare un compattatore che minimizzi il volume delle bottiglie di plastica, le lattine, i contenitori di carta e tanto altro ancora.
Leggermente diverso è il compattatore da utilizzare per alimenti e comunque per rifiuti organici. Spesso viene indicato anche con il termine di trituratore, in quanto è capace di triturare tutti i residui di cibo e di compattarli in buste biodegradabili.
Anche per tutte le bottiglie di vetro e per altri oggetti di questo materiale, esiste un trituratore che funziona in maniera analoga a quello per alimenti. Il tritu vetro e poi lo compatta posizionandolo all’interno di buste chiuse sempre biodegradabili.
Compattatore manuale oppure elettrico
Il compattatore domestico deve essere scelto non solo per la tipologia di utilizzo che se ne vuole fare in casa, ma anche per le sue qualità.
I principali marchi che si occupano di questo genere di dispositivo, lo propongono sul mercato sia nella versione manuale che in quella elettrica. La prima differenza che, ovviamente, si può dedurre per queste due versioni è che il compattatore manuale permette di risparmiare sui costi di acquisto. Di conseguenza, ci sarà anche un risparmio economico per quanto riguarda i consumi energetici che, tuttavia, sono comunque molto contenuti.
Il funzionamento del compattatore manuale è piuttosto semplice.
Presenta uno oppure due contenitori, in ragione del modello, all’interno dei quali devono essere posizionati i sacchetti, che poi riceveranno il rifiuto compattato. Il rifiuto va inserito nell’apposita struttura, si aziona il compattatore manualmente, muovendo l’apposita manopola. In questo modo si ottiene comunque un buon risultato, che mediamente si attesta per una riduzione di volume pari al 80 %.
Nel caso di compattatore elettrico, bisognerà farsi carico di una spesa leggermente più onerosa che tuttavia permette un funzionamento automatizzato nel quale l’utente non dovrà far altro che inserire i rifiuti da compattare.
Per chi, invece, può disporre di uno spazio verde, dove magari in parte viene effettuata la coltivazione di verdure e ortaggi, il consiglio è quello di prendere in considerazione il compattatore per rifiuti organici. Questo dispositivo, infatti, oltre a permettere di compattare in buste biodegradabili tutti i residui di cibo, è utile anche per ottenere un concime naturale e un ottimo fertilizzante.
In definitiva, per scegliere il compattatore domestico più idoneo alle proprie esigenze, bisogna prima capire per quale tipologia di rifiuti si va ad utilizzare e quindi se optare per una versione elettrica più costosa oppure una manuale più economica.
I materiali con cui sono realizzati, nella stragrande maggioranza dei casi, sono gli stessi e comunque permettono una certa affidabilità e durata nel tempo.