La casa, nella cultura italiana, è considerata uno dei principali obiettivi nella vita e l’italiano è sempre pronto a fare tanti sacrifici per procedere all’acquisto o alla costruzione del proprio “nido”.
Un’abitazione di proprietà, frutto di anni di lavoro e di importanti investimenti in tempo e denaro, non è però esente da imposte e tasse.
La tassazione diretta e indiretta andrà a colpire sia chi dispone già della proprietà dell’immobile sia chi sarà in procinto di acquistare un’abitazione già pronta, “chiavi in mano”, e spesso si tratta proprio della prima casa.
Rispetto ad altre situazioni “standard”, la prima casa può ancora beneficiare di notevoli agevolazioni, vediamone alcune nel dettaglio, nell’ipotesi che il venditore sia un privato o una società in regime di esenzione iva:
Il compratore che acquista la sua prima casa da un altro privato o da un’impresa esente da Iva dovrà pagare:
- imposta di registro –2% del valore catastale del bene (contro il 9% in caso di seconda casa)
- imposta ipotecaria — 50 euro
- imposta catastale –50 euro
Diversamente, chi acquista un immobile come seconda casa avrà una tassazione molto più alta e pochissimi sgravi fiscali.
Ci sono vari metodi per calcolare il valore catastale e per fare questo l’agenzia entrate utilizza dei coefficienti da moltiplicare ai metri quadrati dell’immobile, al comune di appartenenza, alla rendita catastale e così via, ma già si può vedere che un 2% di imposta di registro contro un 9% di una seconda casa è già un bel vantaggio.
Cosa tratteremo
Bonus e Agevolazioni per l’acquisto della prima casa
Uno dei vantaggi che si ha nell’acquistare la prima casa è sicuramente dato dalle agevolazioni che le legge prevede a tal proposito, con una notevole riduzione delle imposte sia nell’atto di compravendita (come abbiamo già visto) sia negli impegni tributari che il possesso di una proprietà comporta. Questi vantaggi sono estesi anche nei riguardi delle varie pertinenze (garage, magazzini, depositi ecc..) e si applicano a patto che il compratore abbia dei requisiti fondamentali:
- l’immobile deve appartenere ad una determinata categoria catastale,
- l’immobile deve trovarsi nello stesso luogo dove il compratore ha la residenza principale o il luogo di lavoro,
- l’acquirente deve avere dei requisiti specifici, ossia non può possedere altri immobili o godere di diritti di proprietà su altri edifici in tutto il territorio nazionale e qualora avesse già acquistato con agevolazioni, dovrebbe vendere entro un anno dal nuovo acquisto (secondo la Legge di stabilità entrata in vigore dal 1° gennaio 2016).
Esclusioni Bonus e Agevolazione prima casa
Ci sono però delle eccezioni alle quali gli sconti e gli sgravi sulla prima casa non possono essere applicati.
Sono esclusi tutti quegli immobili che per caratteristiche intrinseche e costruttive sono considerati di alto standard o di lusso e appartengono a precise categorie catastali:
- A/1 – abitazioni di tipo signorile situate in zone importanti e di élite,
- A/8 – abitazioni in ville con parchi e giardini annessi,
- A/9 – castelli e palazzi di rilevante pregio artistico, storico e culturale
Le principali tasse ricorrenti dopo la compravendita saranno l’IMU, la Tasi, la Tari. Le prime due non vanno versate in caso di prima casa. Infatti l’IMU e la Tasi si possono definire delle vere e proprie imposte e in caso di prima casa non vanno corrisposte all’Agenzia delle Entrate, in questi casi:
- l’immobile non è accatastato come dimora di pregio (categorie catastali A/1, A/8 o A/9),
- l’immobile corrisponde alla residenza principale del contribuente,
- la casa è l’abitazione primaria del contribuente e di tutto il nucleo familiare.
L’unica tassa da pagare sarà la Tari (tassa sui rifiuti) calcolata a seconda della superficie dell’immobile, dell’ubicazione e dei componenti familiari che lo abitano, ma questa somma è ampiamente compensata con i vantaggi di possedere una prima casa, tra l’altro non pignorabile dai creditori pubblici.